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Gruppo Editoriale Infomedia
Dev 111 - ottobre 2003 - Speciale Web Ranking
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"Web & Search Engines: mondi caotici che si inseguono
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Autore: D. Orzalesi (Uplink Web Agency)
A cosa serve avere un bellissimo sito web con contenuti e servizi
curatissimi ed interessanti se poi i navigatori non ne conoscono
l'esistenza?
A niente! Nell'affollatissimo scenario attuale, sempre più
gremito da siti che duellano tra di loro per mantenere le quote
di mercato o per guadagnarne di nuove, la spesa principale che
devono affrontare le aziende che vogliono sviluppare un progetto
on-line, specialmente se si tratta di e-commerce, è sicuramente
quella dell'advertising (pubblicità e promozione): off-line
attraverso i canali classici (TV, radio, stampa, posta,
)
e on-line (motori di ricerca e portali). |
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Directories
e motori di
ricerca |
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Quando ancora il basso numero di documenti in Rete lo permetteva
(si parla della seconda metà degli anni '90), la catalogazione
delle pagine web veniva effettuata da personale che aggiornava
manualmente elenchi, indici e categorie. Con la diffusione
di Internet e l'inevitabile aumento di materiale da indicizzare
(cioè la catalogazione), le università americane
svilupparono software che scandagliavano automaticamente la
Rete indicizzando i documenti che trovavano. Le directories
e i motori di ricerca attuali rappresentano l'evoluzione di
quelle esperienze: analizziamone ora i principali aspetti.
Nei motori di ricerca (es: Google,
Inktomi, Fast-All The Web) l'indicizzazione viene effettuata
attraverso software detti "crawler" o "spider"
(letteralmente "ragni") che seguono i link presenti
all'interno dei documenti analizzati estraendo da questi ultimi
(in base a propri algoritmi) tutti gli elementi necessari
alla catalogazione. I motori di ricerca sono quindi l'espressione
più evidente del carattere sintattico (basato cioè
sulla forma) del web attuale: in risposta a ricerche effettuate
con chiavi di ricerca specifiche, i motori restituiscono elenchi
(figura 1) dove ogni voce è caratterizzata da un titolo,
da un'estrapolazione del contenuto della pagina web, la cui
versione completa è in genere contenuta all'interno
del database del motore (versione cache della pagina) e dall'url
della risorsa . Catalogano in genere pagine web, immagini
e file di vario genere. Per una buona presenza sui motori
è quindi necessario "lavorare bene" sulla
struttura della pagina.
Le directories (es.: Dmoz.org
- figura 2) sono invece indici che vengono redatti da persone
che prendono in considerazione le segnalazioni dei navigatori
o dei web master e che decidono in base alla policy (regole
di utilizzo) propria della directory se includere il sito
o meno all'interno del proprio database. Nell'operazione di
submit vengono richiesti vari dati riguardanti la risorsa
segnalata, dati che possono essere modificati dagli editori.
Come mostrato in figura 2, in risposta a ricerche effettuate
vengono restituite le sottocategorie ritenute rilevanti: i
siti sono elencati in liste in genere meno snelle di quelle
generate dai motori di ricerca. Ogni risultato è caratterizzato
dal titolo del sito, dalla sua descrizione e dall'url, oltre
alla categoria di appartenenza Per avere un buon posizionamento
è quindi fondamentale effettuare bene l'operazione
di submit e sperare nella benemerenza degli editori. Le directories
rappresentano una immagine del web più "semantica"
(basata cioè sul significato), in quanto possono essere
navigate per argomento.
I due servizi di ricerca ora analizzati coesistono spesso
in progetti editoriali di ampio respiro che ad essi affiancano
la fornitura di altre tipologie di servizi come ad esempio
connettività, informazione, community, e-commerce,
giochi e quant'altro. E' il caso di giganti della Rete quali
Yahoo.com, o Msn.com oppure Virgilio, per citare un esempio
in casa nostra.
Attraverso questi portali l'utente può effettuare
ricerche scegliendo se farlo all'interno della directory del
portale oppure in altre banche dati.
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Interfaccia essenziale e risultati
presentati in maniera snella caratterizzano i motori
di ricerca puri come All The Web (www.alltheweb.com)
sviluppato dalla tecnologia Fast e recentemente acquisito
da Overture.
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La directory
ODP (Open Directory Project - www.dmoz.org) è un
progetto portato avanti da 40.000 editori volontari. I
siti recensiti vengono catalogati all'interno di categorie
tematiche, divise a loro volta in sottocategorie. Tra
i risultati di una ricerca troveremo sia le sottocategorie
che i siti in esse catalogati. |
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Ranking
e traffico di qualità |
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I servizi di ricerca di questi portali sono molto utilizzati
dai navigatori per ricercare risorse, servizi e prodotti in
Rete e quindi molto apprezzati dalle aziende che intendono
raccogliere traffico "targettizzato" (finalizzato
all'utente giusto) e di qualità.
Mi spiego meglio: un utente che effettua una ricerca utilizzando
una chiave specifica o navigando una directory sarà
estremamente interessato ai risultati che questa gli restituirà,
costituendo quindi per il sito indicizzato un contatto di
qualità, in quanto potenzialmente acquirente del servizio
o prodotto ricercato. Essere nelle prime posizioni per ricerche
effettuate con chiavi di interesse per l'azienda costituisce
quindi un vantaggio competitivo di notevole importanza strategica
rispetto a siti relegati in posizioni successive o nelle pagine
seguenti: difficilmente un utente esplora oltre le prime due
pagine di risultati.
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Pochi
fornitori di tecnologia per molti Portali e Motori di Ricerca |
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I fornitori di servizi di ricerca, come ad esempio i portali
generalisti (orizzontali) internazionali e italiani, sono
moltissimi ma le tecnologie utilizzate per le ricerche sono
in realtà molto meno.
I costi che i motori devono sostenere per stare al passo
con una rete in continua crescita sono estremamente elevati
e questo ha fatto sì che siano pochi alla fine i progetti
che hanno resistito allo sgonfiarsi delle illusioni della
New Economy e al minore interesse verso le forme pubblicitarie
on-line.
La maggior parte dei motori di ricerca/portali hanno stretto
per questo motivo accordi strategici di varia natura con altri
fornitori di tecnologie.
Il mercato negli ultimi mesi è stato animato da acquisti
e fusioni importanti destinati a cambiare radicalmente i flussi
di traffico derivanti dai motori stessi. Tra le operazioni
più in vista citiamo l'acquisto di Inktomi da parte
di Yahoo! al fine di utilizzare i suoi risultati al posto
di quelli di Google, con il quale sembra avere un rapporto
conflittuale. Overture ha acquisito attori del calibro di
Altavista e Fast Search.. Tutto questo sembra avere l'obiettivo
di diminuire la quota di mercato di Google, che rimane comunque
il più utilizzato motore della Rete. Contro Google
sembra remare anche il gigante Microsoft (la directory Msn.com
è la più utilizzata del web) che sta facendo
investimenti ingenti nell'ambito dei search engines, anche
se non ci sono notizie precise a riguardo.
In questo mercato in continua evoluzione i maggiori competitors
sono:
Sapere quale è l'asset attuale dei motori di ricerca
è importante per i webmaster per capire dove indirizzare
i propri sforzi: essere presenti con un buon ranking all'interno
dei database più utilizzati permetterà una ottima
visibilità delle proprie pagine all'interno di tutti
i portali che utilizzano quei servizi.
Nella tabella 1 viene riassunta la situazione attuale, al
30 giugno, dei fornitori di tecnologie secondo una fotografia
fatta da SearchEngineWatch (www.searchenginewatch.com).
La tabella mostra anche quali sono i motori più utilizzati
dai navigatori secondo la classifica stilata dalla Nielsen//NetRating
(www.nielsen-netratings.com),
uno dei principali fornitori di statistiche di utilizzo della
rete.
Il colore arancione scuro evidenzia i motori con una media
di utilizzo superiore ai 5 milioni di ore/mese, il colore
arancione chiaro quelli con media di utilizzo tra i 2 e i
5 milioni di ore/mese mentre quelli in blu chiaro hanno medie
di utilizzo inferiori ai 2 milioni di ore/mese. Quelli in
grigio non hanno un report di utilizzo significativo ma sono
comunque riconosciuti tra i motori "seri".
Legenda:
- Risultati principali: il fornitore fornisce i risultati
principali al particolare motore di ricerca
- Risultati a pagamento: il fornitore fornisce i risultati
principali a pagamento al particolare motore di ricerca
- Back up: il fornitore fornisce risultati alternativi in
caso che non vi siano occorrenze all'interno dei risultati
principali
- Opzionale: indica che i risultati possono essere forniti
tra i principali o attraverso altre modalità a seconda
dell'importanze degli stessi
- AV, ATW: gli acronomi stanno per Altavista e All The Web
Tabella 1 - Fonte SearchEngineWatch (www.searchenginewatch.com)
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C'era
una volta il mondo free: per essere inseriti velocemente
e bene è necessario pagare |
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E' proprio vero, l'era "free" di internet è
finita, anche per quanto riguarda i motori di ricerca. Se
fino a qualche anno fa le prime posizioni erano frutto soltanto
del lavoro di ottimizzazione che i webmaster effettuavano
sulle loro pagine, non altrettanto possiamo dire ora.
Costi di gestione sempre più alti e la necessità
di effettuare una selezione sempre più forte dei siti
contenuti all'interno degli indici dei motori di ricerca hanno
portato questi ultimi a proporre formule di entrata a pagamento,
con caratteristiche molto diverse da servizio a servizio.
Analizziamo velocemente le principali:
· Pay per inclusion: si paga per essere inseriti negli
indici in tempi in genere compresi tra 48 e 72 ore. Viene
assicurato un tempo di refresh del contenuto delle pagine
altrettanto breve. Il ranking è però affidato
all'abilità del webmaster
· Pay per rank: con questa formula vengono in genere
acquistate posizioni di rilievo per ricerche effettuate per
determinate keywords (keyword advertising): più paghi
meglio figuri
· Pay per click: spesso associato al Keyword advertising,
comporta il pagamento di una tassa ogni volta che il navigatore
clicca sul link verso il sito. Quanto pagato viene scalato
dal budget che l'investitore mette a disposizione
Spesso le offerte dei singoli motori o directories hanno
caratteristiche riconducibili ad alcune o tutte le formule
succitate. I risultati a pagamento vengono presentati in genere
con colori diversi o comunque evidenziati perché non
siano confusi con gli altri. A mio avviso questa differenziazione,
dettata da una esigenza di chiarezza e trasparenza nei confronti
del navigatore, porta quest'ultimo talvolta a snobbare tali
risultati, considerati come pubblicità, manifestando
la stessa antipatia mostrata verso i banner.
I maggiori attori sono certamente Overture e Google (con
il programma AddWords), che forniscono i risultati "sponsorizzati"
ai più navigati portali della rete. Le aziende hanno
così la possibilità, investendo su risorse singole,
di figurare nelle ricerche effettuate da moltissimi utenti.
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Conclusioni:
tanti buoni risultati per un ottimo risultato finale |
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Vista la moltitudine di motori di ricerca e directories,
unita al repentino cambiare delle alleanze tra di loro, è
sconsigliabile investire in maniera univoca su una risorsa
specifica: conviene lavorare sempre in più direzioni
cercando di prevedere i possibili sviluppi del mercato. Tanti
buoni risultati, anche non di primissimo ordine, su più
motori e directories vi permetteranno di ricevere una media
di contatti abbastanza costante evitando così bruschi
cali delle presenze sul sito, difficilmente spiegabili ai
nostri clienti.
Bibliografia
[1] SearchEngineWatch (www.searchenginewatch.com).
[2] Nielsen//NetRating (www.nielsen-netratings.com)
[3] Uplink Web Agency - Studi - Motori di ricerca (www.uplink.it/motori-di-ricerca.asp)
Note Biografiche
Diego Orzalesi è Web Designer e responsabile Web Marketing
di Uplink Web Agency.
Può essere contattato per e-mail all'indirizzo d.orzalesi@uplink.it
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