Come si vede dall’esempio appena fatto, il Web non
inventa nulla di nuovo se non lo strumento stesso per accedere
al supermercato o, più in generale, a un’informazione
o a un servizio.
In questo senso, nel Web si ritrovano tutte le opportunità e
tutti i rischi presenti nella società in quanto tale:
la sua esistenza stessa e il suo corretto impiego dipendono
anche da chi lo utilizza.
Internet dovrebbe proprio servire a liberare, semplificare
e offrire opportunità di espressione grazie anche
al suo crescente livello interattivo.
Il problema, dunque, si rivolge in gran parte al comportamento delle persone
sul Web oltre che, ovviamente, al viceversa.
Chiaramente questo atteggiamento (homo-centrico, se così lo
possiamo definire) responsabilizza il singolo individuo e,
dunque, richiede quella caratteristica che molto spesso oggi
manca: l’educazione alla libertà, intesa come
capacità di discernimento, capacità critica
di analisi e, quindi, di rifiuto di quei modelli che minano
la propria libertà. Questo è un punto molto
importante che le aziende non possono trascurare e che anzi
temono: sempre più imprese e consulenti Web adottano
infatti modelli che ispirino fiducia (in prima battuta offrendo
attraverso Internet servizi reali).
Entrambi i modelli (quello homo-centrico sopra citato e
quello business-centrico ad esso complementare) dovranno
alla fine coesistere e – come accaduto per ogni processo
evolutivo – emanciparsi insieme.
Oggi, comunque, il Web è ancora abbastanza confuso
e, prima di pensare all’usabilità come ad un’arma
del mercato o a qualcosa di ben definibile e raggiungibile
totalmente, c’è ancora molto da fare perché diventi
(quantomeno) uno strumento per l’accessibilità (è più facile,
per esempio, trovare siti totalmente inusabili piuttosto
che totalmente usabili).
Grosse speranze in questo senso sono riposte nel Web semantico (per una radicale
trasformazione dei sistemi di ricerca e, quindi, di accessibilità ai
contenuti del Web) e nella Web intelligence (per processi di analisi dei comportamenti,
la creazione di interfacce adattative, l’organizzazione di database,
ma non solo).
In generale, comunque, non possono essere accusati quei
siti che, rispetto ad altri, presentano caratteristiche innovative
di usabilità solo perché grazie ad esse sono
in grado di offrire maggiori servizi, semplificare l’uso
da parte dei loro utenti e quindi incontrare più fiducia.
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