Il Laboratorio di Assiriologia (Labassi)
nasce nel 1999 per iniziativa
del prof. Claudio Saporetti,
presso il Dipartimento di Scienze Storiche
del Mondo Antico dell’Università di Pisa,
con il compito di indagare specifici
aspetti della civiltà mesopotamica e di elaborarli
digitalmente grazie ai più moderni supporti
tecnologici.
Il Labassi assorbe, raccogliendone
l’esperienza decennale, il Progetto
ALTAN (“Analisi Linguistica dei Testi Assiri
e Nuziani”) e “Cybernetica
Mesopotamica”, operanti in Italia e all’estero
tra gli anni ’70 e ‘80, e il Progetto
AEC (“Analisi Elettronica del Cuneiforme”),
attivo presso l’Università di Pisa dal 1987,
che, primi in Europa, hanno iniziato la digitalizzazione
informatica delle fonti accadiche.
Dall’anno della sua fondazione il Labassi ha
incentrato il proprio interesse sullo studio, sia da un punto
di vista storico e filologico, sia da un punto di vista archeologico,
della civiltà della Diyala e,
in particolare, del Regno di Ešnunna nel
periodo paleobabilonese (XX-XVIII sec. a.C).
Nel 2003 il Ministero degli
Affari Esteri (MAE) ha incaricato
il prof. Saporetti, quale direttore del Centro Studi Diyala
dell’Associazione Geo-Archeologia e del Labassi, di
occuparsi della catalogazione digitale
dei testi in cuneiforme dell’Iraq Museum di Baghdad,
quale contributo italiano alla preservazione del patrimonio
culturale iracheno compromesso durante l’ultima guerra.
Il lavoro, iniziato fattivamente nel 2005,
si avvale della collaborazione dell’ENEA per
la riproduzione virtuale in 3D delle
tavolette d’argilla (Progetto kima labirišu).
Il Laboratorio, grazie proficua collaborazione di studiosi
della civiltà mesopotamica e di esperti informatici,
ha voluto seguire tutte le evoluzioni
delle scienze informatiche applicate in campo archeologico-umanistico e
intende continuare ad offrire il proprio valido contributo
per una sempre migliore fruizione delle culture del Vicino
Oriente Antico tramite i mezzi informatici/tecnologici.
Labassi usufruisce, oltre che del contributo operativo e
volontario di studenti dell’Università di Pisa,
di finanziamenti dell’Ateneo e del MAE.
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